COLOR PERSONALITY * The Orange
Il nostro blog cromatico in cui ogni colore prende vita
Kandinskij definisce l’arancione come “un uomo sicuro della sua forza”.
Claude Monet lo usa per illuminare il porto di Le Havre nel dipinto che diete i natali all’impressionismo - Impression, solei levant -.
Toulouse-Lautrec vi ci colora i capelli di tutte le dame dipinte nei suoi quadri.
Vincent Van Gogh ne fa quasi una ragione di vita. Racconta infatti al fratello Theo di cercare “le opposizioni del blu con l’arancio [..] per armonizzare la brutalità degli estremi”.
Secondo lo stesso ragionamento di Van Gogh, l’architetto Irving Morrow nel 1935 decise di dipingere il Golden Gate Bridge di un arancione acceso (chiamato poi "arancione internazionale") per creare la giusta contrapposizione che lo faccia spiccare tra le colline e lo faccia risplendere nel blu del cielo e del mare.
Dal IV secolo a.C. anche i monaci buddhisti lo hanno scelto come colore del loro sacro kesa - veste tradizionale dei monaci.
Solo Hermès - che tutti noi associamo a quella seducente sfumatura di arancio - non scelse appositamente questo colore ma se lo ritrovo letteralmente, fortuitamente tra le mani.
Prima della Seconda guerra mondiale, infatti, il colore della famosa e lussuosa azienda parigina era il bianco crema. Le scatole usate per impacchettare magnifiche creazioni erano di questo elegantissimo colore bordato di marrone. L'imperversare della guerra ed i suoi razionamenti fecero trovare ben presto l'azienda davanti ad una carenza di materiali di questo colore e fu così costretta a trovare rimedio. Inizialmente il bianco crema fu convertito nel color mostarda, apparentemente facile da reperire. La guerra però si protrasse ancora per molto e, nonostante i ripetuti sforzi, anche questo finì per diventare introvabile.
Fu così che, nel 1945 sotto la direzione di Émile Hermès, nipote del fondatore della maison, Hermès si affidò all’ultimo colore rimasto disponibile per realizzare i propri packaging: l’arancione. In breve tempo, l'azienda gettò le basi per diventare una delle maison più riconoscibili al mondo.
A prescindere da ciò a cui lo colleghiamo l’arancione è un colore insolente, sfrontato. Ha in sé la ferocia del rosso che viene affievolita dalla calma del giallo. È una dicotomia che stimola creatività e serenità, passionalità e malinconia.
È, dopotutto, ciò che di più completo possa esserci per descrivere un tramonto.